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Nell’immaginario comune, si pensa ancora alla figura del consulente come un lavoro prettamente maschile? Abbiamo intervistato Violeta Popova e Camilla Sartori, due colleghe con una carriera avviata nel mondo della consulenza informatica e percorsi formativi in ambito stem alle spalle. Iniziamo a conoscerle:

Violeta, Camilla come è iniziata la vostra carriera universitaria, cosa avete studiato?

Violeta: “Io ho fatto un percorso insolito. All’università ho studiato architettura, le materie che mi piacevano erano sia quelle basate su regole solide, come la matematica e la meccanica, che quelle più astratte. Durante il corso di laurea magistrale, ho partecipato al programma multidisciplinare dell’Alta Scuola Politecnica che mi ha dato la possibilità di approcciare tematiche legate all’innovazione, alla tecnologia e alle metodologie di design.”

Camilla: “Ho studiato ingegneria informatica al Politecnico di Milano e in seguito mi sono appassionata all’area delle telecomunicazioni. Da quando ho iniziato ad avvicinarmi al mondo IT non mi ci sono più allontanata”.

 

Violeta Popova
Violeta Popova
Camilla Sartori
Camilla Sartori

 

Come avete conosciuto Atlantic e oggi di cosa vi occupate?

Violeta: “Ho conosciuto Atlantic grazie a un collega che mi aveva parlato molto bene dell’azienda, dell’ambiente collaborativo e delle opportunità di crescita. Dopo alcuni colloqui, sono entrata nel team come Business Analyst. Successivamente, ho avuto la fortuna di seguire alcuni progetti di digital transformation per importanti aziende e di collaborare con colleghi esperti. Attualmente sono Solution Engineer.”.

Camilla: “Ho incontrato Tamara Gattus, HR Director, durante un Career Day al Politecnico di Milano. È stato un gioco all’inizio ma è diventata presto una storia seria. Sono ormai più di 5 anni che lavoro come Senior Consultant JDE.”

 

In occasione della giornata internazionale della donna, vorreste fare una riflessione in merito al gender gap di cui ancora oggi sentiamo parlare?

Violeta: “Guardandomi intorno in azienda, vedo una presenza equilibrata di uomini e donne, e la cosa mi fa molto piacere. Mi sento davvero fortunata di far parte di un ambiente inclusivo, nel quale le risorse vengono trattate con rispetto e valutate in base alle proprie capacità a prescindere dal genere – come d’altronde, dovrebbe essere ovunque.”

Camilla: “In Atlantic non mi sono mai sentita meno competente o meno ascoltata in quanto donna, la differenza la fa sicuramente il nostro contributo personale”.

 

Lasciamoci con un consiglio finale. Cosa suggerireste ad una ragazza che vorrebbe intraprendere una carriera simile alla vostra?

Violeta: “A prescindere dal genere, darei lo stesso consiglio, ovvero di non porsi limiti e di non farsi intimidire. Credo che l’atteggiamento che abbiamo verso noi stessi si rifletta nel modo in cui gli altri ci percepiscono, pertanto ci vuole coraggio ed il giusto livello di autostima per raggiungere i propri obiettivi. E se poi una donna dovesse trovarsi in un ambiente maschilista poco accogliente, le direi semplicemente “ricordati che c’è di meglio.”

Camilla: “Gli uomini non sono prigionieri dei loro destini, ma sono solo prigionieri delle loro menti”, diceva Franklin Roosevelt. Io le direi di non fermarsi davanti ai pregiudizi, di lanciarsi e di non aver paura. I dubbi iniziali sono legittimi ma pensare che potrebbe non vivere serenamente o non sentirsi all’altezza solo perché donna, questo no, il limite è solo nella nostra testa”.

Nel corso del 2021, il 42% delle assunzioni in Atlantic ha visto protagoniste neolaureate in discipline stem e professioniste del mondo tech (business analyst, senior consultant, PM, ecc…) Per far crescere questa percentuale, aspettiamo la vostra candidatura! Potete leggere le altre interviste alle nostre women in tech. Per scoprire tutte le posizioni aperte in azienda, date un’occhiata!

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